Come cambierà l’imposta sulle successioni

da | 11 Dicembre 2018 | economia, futuro

La legge è già pronta e non vi piacerà.

L’Italia è considerata in Europa il paradiso fiscale per le imposte di successione, tanto che ci sono cittadini europei, tedeschi soprattutto, che prendono la residenza in Italia in età avanzata. Lo fanno perché anche i loro eredi possono scegliere in quale Paese pagare le tasse.

Al di là dell’esempio, che però rende bene i vantaggi di cui godiamo, vorrei osservare alcuni fenomeni correlati agli aspetti successori in Italia.

Come funziona oggi

Il coniuge e i figli non pagano tasse fino a 1 milione di euro a testa di lascito ereditario, oltre questa cifra l’imposta è del 4%. Nel caso si ereditino titoli di Stato, su questi non si paga alcuna imposta. Gli investimenti in polizze assicurative ramo vita, inoltre, fanno incassare al beneficiario (che quasi sempre è un erede) i soldi senza pagare imposte. Capite che con queste opzioni è veramente difficile che qualcuno paghi qualcosa.

Negli altri Paesi europei la quota esente è di molto inferiore al milione di euro, le aliquote sono superiori e possono arrivare al 45% per gli eredi in linea diretta (in Francia) e fino all’80% per gli altri eredi (Spagna e Belgio).

Da tempo le istituzioni europee premono perché il Parlamento Italiano modifichi la legge adeguandola alla media europea. Il disegno di legge è già pronto dal 2015. Probabilmente sarebbe stato approvato se il PD non avesse perso le ultime elezioni.

Ma c’è di più. Negli altri Paesi l’imposta di successione è elevata, mentre la tassazione per così dire in vita è più favorevole. L’idea di fondo è che la società dà al cittadino molte possibilità in vita (istruzione, lavoro, agevolazioni, welfare, etc.) e gli chiede di restituire una buona parte in fine di vita. Questo è il patto.

Quindi applicarla in Italia significherebbe lasciare veramente spazio alla flat tax di cui tanto si parla e fare nostro questo patto che è tra cittadino e Stato. Ora, invece, il patto vigente in Italia è tra generazioni: pensioni e debito pubblico trasferiscono oneri alla generazione successiva.

La nuova legge e l’impatto sul debito pubblico

E qui arrivo al terzo grande tema legato alle imposte di successione. I 2/3 della ricchezza in Italia è detenuta dagli over 65. Nei prossimi 20 anni passerà alla generazione successiva e si stima che, modificando l’imposta di successione, circa la metà del debito pubblico verrà abbattuta in modo automatico proprio con l’incasso di tali imposte.

È giusto? Non è giusto? Lascio a ognuno la propria valutazione. Prendiamo però coscienza del fatto che all’estero siamo visti come un popolo molto ricco (stima ricchezza compresi gli immobili tra i 7 e gli 9 mila miliardi di euro) con uno Stato molto indebitato (debito pubblico ca. 2.300 miliardi di euro). Non aspettiamoci quindi un sostegno dall’esterno, dovremo pensarci noi. E la strada è già tracciata e scritta (proposta di legge 2830/2015), bisogna solo vedere a quale governo toccherà questa scelta sicuramente impopolare. Più facile che sia un governo tecnico a farlo, i politici difficilmente vorranno perdere il loro credito in termini di consenso.

Come si calcoleranno gli immobili

Ho scritto di come è disciplinata oggi la successione in Italia dal punto di vista fiscale e di come potrebbe cambiare per allinearci alla media europea. Ho sottolineato che come cittadini italiani allo stato attuale godiamo di enormi vantaggi che ci consentono di pagare pochissime imposte di successione; in compenso siamo tartassati nel quotidiano da una tassazione sui redditi molto elevata.

Il disegno di legge in fase di valutazione in Parlamento, il 2830/2015, oltre a modificare franchigie e aliquote contributive, prevede anche una importante novità che riguarda gli immobili. Verrà infatti rivista la base di calcolo su cui calcolare la tassazione sugli immobili in successione.

Oggi il calcolo viene effettuato sul valore catastale di un immobile che, come sappiamo, è un valore molto più basso del suo valore reale. Il nuovo modo di calcolarne il valore sarà utilizzare i dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).

L’OMI individua i prezzi medi delle ultime compravendite in una determinata zona e viene già utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per verificare la congruità dei prezzi registrati nei contratti immobiliari. La tanto annunciata e osteggiata riforma del Catasto viene così superata: nessuna riforma ma utilizzo di un diverso parametro, più grossolano ma più vicino ai prezzi di mercato.

Ma vediamo cosa significa utilizzare le rilevazioni OMI invece del valore catastale. Oggi mediamente il valore catastale è inferiore al 50% del valore di mercato di un immobile o di un terreno. Ricordiamo che metà della ricchezza degli Italiani è in immobili.

Il calcolo è presto fatto, l’imposta di successione potrebbe raddoppiare se non triplicare. Non solo. L’immobile che viene ereditato andrà ad assorbire una buona parte della franchigia, cioè di quell’importo su cui ogni erede non paga imposte. Per i grandi patrimoni, che sono spesso anche grandi patrimoni immobiliari, l’impatto delle imposte di successione diventerà esorbitante.

Che fare, quindi?

Esistono alcuni istituti giuridici che consentono di agire ora. Uno di questi è la donazione della nuda proprietà dell’immobile con riserva di usufrutto.

Come funziona? Mantengo l’usufrutto, cioè posso abitare l’immobile o incassarne il reddito, e dono all’erede la nuda proprietà pagando l’imposta con le attuali aliquote. In sostanza blocco l’operazione con i vantaggi della tassazione attuale. L’usufrutto non sarà soggetto a nuova tassazione ma si estinguerà col decesso.

Qualcuno dice che l’immobile donato diviene poi invendibile poiché per 20 anni potrebbe esserci l’opposizione di altro erede a far rendere nullo il contratto. È vero, come è vero che questa eventualità è un rischio ridotto e comunque assicurabile. Esistono, infatti, compagnie che si accollano questo rischio e la cui polizza viene già accettata da molte banche in Italia nelle operazioni di mutuo immobiliare su case rivenienti da donazione.

Qualcosa, quindi, si può fare. Non sappiamo se e quando avremo una nuova legge sulle successioni. La sensazione è che non manchi molto. L’unica certezza è la legge attuale: meglio sfruttarne i vantaggi adesso, finché c’è.

Dario Coloru

Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.

Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.