I 3 tipi di diversificazione degli investimenti

da | 23 Luglio 2019 | finanza comportamentale, finanza e investimenti

Ecco perché non devi mettere tutte le uova nello stesso paniere.

Una delle più grandi paure di chi si avvicina al mondo degli investimenti è quella di non capirne abbastanza. È una paura comprensibile, visto che la finanza è materia complessa e difficile da digerire in alcune spigolature anche dagli stessi addetti ai lavori.

La conseguenza di questo timore è che il risparmiatore/investitore Italiano cerca conforto in strumenti finanziari a lui più vicini e noti. L’esempio classico sono i Titoli di Stato, poi ci sono le obbligazioni delle banche (un po’ meno di moda negli ultimi anni) e le azioni delle grandi società industriali.

Queste scelte sono però frutto di un errore comportamentale che si chiama home bias, ovvero credere che le cose che ho più vicine a me io le possa conoscere meglio e controllare.

Le tensioni che periodicamente si abbattono sul nostro Paese a causa di timori degli investitori internazionali sulla tenuta dei nostri conti sono l’esempio di come scegliere di avere in portafoglio solo strumenti finanziari Italiani ci porti a rischiare molto.

Per non essere fortemente concentrato su una tipologia di investimento che magari ha un rischio derivante da fattori esterni (ad esempio gli investitori esteri che vendono i nostri BTP e ne fanno crollare il prezzo), devi fare in modo che i tuoi investimenti siano ben diversificati.

La diversificazione riduce il rischio complessivo, ti consente di cogliere diverse opportunità e, se ben calibrata, ti protegge nei momenti in cui i mercati finanziari vanno male.

Ma come avviene in concreto la diversificazione?

Il consiglio della saggezza popolare di non mettere tutte le uova nello stesso paniere prevede in finanza di muoversi su tre temi principali di diversificazione:

  • Geografica. Il motivo è abbastanza semplice: non tutte le economie del mondo crescono insieme ed alla stessa velocità. Questo si ripercuote anche nell’andamento dei listini azionari e nella capacità di rimborsare i capitali prestati pagando le cedole di interessi. Qualora poi un paese andasse in recessione o in default (vedi nel passato la Grecia, o adesso il Venezuela), ecco che l’incidenza sarebbe minima.
  • Valutaria. Sentiamo spesso dire l’Euro è forte, oppure è debole. Questo avviene perché viene rapportato col valore di altre monete importanti delle economie mondiali. Avere un po’ di dollari statunitensi, un po’ di franchi svizzeri e un po’ di sterline (Brexit permettendo) è un modo per sfruttare meglio i cicli economici di questi paesi.
  • Settoriale. Finanza, tecnologia, industria, telecomunicazioni, pubblica amministrazione, salute, etc. sono alcuni esempi dei più importanti settori produttivi. Non sempre tutti vanno bene. Ma se vanno male le banche, magari crescono i tecnologici, ad esempio. E anche in questo caso abbiamo protezione da un fenomeno singolo e opportunità da chi invece è in un momento positivo.

Ma perché devi fare tutto questo?

Perché devi complicarti la vita con cose che non conosci bene? La risposta è che i mercati finanziari crescono nel tempo, ma la loro crescita è irregolare, con oscillazioni più o meno ampie.

Non sono una linea retta che ti fa salire costantemente come il cavo di una funivia, sono più simili ad un sistema di ascensori che si muovono in sensi diversi.

Ecco perché devi avere tante cose diverse e, soprattutto tanta pazienza.

Per tornare alla saggezza popolare dalla quale siamo partiti, l’immagine che amo di più quando penso ad un portafoglio di investimento è quella di un orto.

Il contadino sa che deve seminare diversi prodotti e occuparsi di tutti. Lo fa perché in alcuni anni potrebbe non avere il raccolto di una singola verdura. E lo fa anche perché sa che ogni stagione potrà dargli prodotti diversi. In questo modo avrà sempre la pancia piena.

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Dario Coloru

Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.

Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.