I soldi morti degli italiani

da | 2 Aprile 2019 | economia, finanza e investimenti

Ecco perché stiamo sprecando un’occasione.

 

Sono anni che banche e reti di consulenza finanziaria premono per farti investire la liquidità che hai ferma sul conto corrente a tasso zero.

Sono anni che ogni tanto le ascolti, ma più spesso fai di testa tua e li tieni lì. Perché hai paura (di cosa non si capisce bene) e perché non si sa mai.

È una battaglia che combatto anch’io come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Mentre io cerco di sconfiggere inutilmente ed instancabilmente le pale, ecco che sotto vengono macinati nuovi risparmi che generano ancora soldi sui conti. Più 32 miliardi l’ultimo anno, totale quasi 1.400 miliardi.

Se lo dice la Gabanelli

Poi se ne esce Milena Gabanelli col suo articolo pubblicato sul Corriere della Sera, dice le stesse cose che noi diciamo da anni e non si parla d’altro. Certo l’impatto mediatico è diverso. Noi banche paghiamo il prezzo di non essere più molto credibili per i tanti scherzetti fatti ai risparmiatori, che adesso si devono chiamare investitori. Milena al contrario scopre senza pietà le magagne del sistema e ci fa gridare allo scandalo.

Ebbene sì (leggilo l’articolo, c’è anche un video di 3 minuti che lo sintetizza molto bene) è uno scandalo! Milletrecentosettantunomiliardi di euro giacciono morti sui conti correnti a tasso zero, ovvero senza remunerazione, ovvero ancora a far niente e rinunciando a diventare parte attiva della crescita e degli investimenti di cui tanto abbiamo bisogno in Italia. Non è che stanno lì ad aspettare che passi da quelle parti una patrimoniale?

Nei paesi del cosiddetto mondo occidentale sviluppato di cui ci sentiamo parte non sarebbe mai successa una cosa simile. I soldi si investono, fa parte della loro cultura, soprattutto negli Stati Uniti. Pensate alla crescita dei mercati finanziari degli ultimi 10 anni, immaginate quanta ricchezza ha prodotto il risparmiatore americano che ha investito e immaginate quanta ce ne siamo persi noi. Era lì, a disposizione, eppure niente, no ho paura, aspetta, forse mi servono, non è il momento, e quante ne sento ogni giorno.

Il paradosso del doblone

Manco fossimo Zio Paperone che se li tiene in un deposito e ci si tuffa dentro. Che facciamo, per sentirne la piacevole consistenza tattile ci tuffiamo dentro l’home banking o nello sportello di cassa della filiale? No, al massimo guardiamo un numero stampato su di una ricevuta di uno sportello automatico. Fermo, statico, morto appunto.

Se ti piace star lì a guardarli i tuoi soldi, non mi stupisce che non essendo più di moda i dobloni a volte finisci anche per farti rifilare dei pezzi di carta che ti vendono come diamanti. L’unica cosa che brilla in questo caso però sono le commissioni a doppia cifra dei vari intermediari dell’operazione. E poi dai, per dirla alla De Andrè, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. E allora sporchiamoci un po’ queste mani e proviamo, investendo, a far nascere qualcosa di buono. Tu, io e tutti gli altri milletrecentosettantuno miliardi.

Investire per crescere

La racconto spesso la storia dei due fratelli che vent’anni fa hanno ricevuto in eredità 100 euro a testa. Uno li ha investiti nei mercati finanziari globali e oggi ne ha più di 500, l’altro ha tenuto in tasca una banconota che oggi, oltre che stropicciata, vale anche un buon terzo in meno.

Immagina una roba simile ai 100 euro con tutti quei miliardi. A dir poco in vent’anni generi una ricchezza pari ad almeno tutto il debito pubblico dello Stato italiano, che è di circa 2.300 miliardi. E se sei più ricco, il debito appare più piccolo, anche a chi ci guarda da fuori.

Certo ci vuole un contesto di fiducia per invogliarti ad investire. Quella fiducia che oggi non c’è e che riguarda anche le imprese. Sempre la Gabanelli ci ricorda che ci sono anche 340 miliardi di liquidità delle aziende morti sui conti.

Però guarda che se aspetti sarà sempre troppo tardi. Vivrai perennemente nella paura e perderai ottime occasioni. Per il non si sa mai ci sono le assicurazioni, ti coprono gli eventi che temi con premi molto bassi e lasciano libero il tuo capitale di pensare ad altro.

Ma questa è un’altra storia, aspettiamo lo scoop della Gabanelli sugli Italiani che sono i meno assicurati del mondo. Forse allora capirai.

Dario Coloru

Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.

Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.