La finanza è donna
Ecco perché sono più brave di noi uomini.
Come ogni anno l’invasione di venditori di mimose è preludio all’arrivo della primavera. Come ogni anno si festeggia l’8 marzo con i soliti rituali e le solite polemiche.
Per la prima volta anch’io ho voluto scrivere qualcosa sul tema. C’era bisogno? C’era spazio in questa invasione di parole, spesso inutili? Forse no. Ecco che allora lascio passare qualche giorno, così la celebrazione si è sedimentata in ognuno di noi e possiamo ragionare insieme sul binomio donne e finanza.
Prima che Fulvio Collovati si agiti lo dico subito: donna e finanza sono fatte una per l’altra.
Non lo dico per fare il piacione. Lo dico perché nella mia esperienza con clienti e colleghi ho sempre trovato nelle donne dei comportamenti virtuosi nel campo degli investimenti.
Il tema è che la finanza è un mondo ancora molto, troppo maschile. Ogni anno in aprile a Milano c’è il Salone del Risparmio. Praticamente una processione di completi blu che celebrano se stessi. Ne ho già parlato in passato, ma questa cosa mi fa sempre ridere: è l’unico posto in cui io sia stato, a parte lo stadio, dove se sei uomo devi fare una lunga fila per andare in bagno, mentre se sei donna non trovi davanti nessuno. In tutti gli altri bagni pubblici succede sempre il contrario.
In famiglia, poi, è quasi sempre l’uomo che si occupa della gestione del denaro. Quindi io, da consulente finanziario, spesso incontro le compagne solo quando è necessario che debbano firmare qualcosa anche loro.
Devo dire che qualcosa sta cambiando. Penso a casi di donne single che gestiscono le loro finanze o a situazioni in cui ognuno dei coniugi si occupa della propria parte di patrimonio. Oppure a coppie in cui il decisore non è l’uomo. Sono fenomeni in aumento, ma restano ancora marginali.
I casi Bangladesh e Torino
Sono passati molti anni da quando lessi Il Banchiere dei Poveri di Muhammad Yunus. La storia della nascita in Bangladesh di un sistema di microcredito che ha tirato fuori dalla povertà milioni di persone. La regola della Grameen Bank è sempre stata quella di concedere prestiti solo alle donne. Più attente alla gestione dei conti della famiglia di noi ometti.
In Italia due anni fa il Museo del Risparmio di Torino ha esposto una raccolta dei quaderni dei conti delle nonne. Quelli in cui veniva registrata la contabilità familiare. Erano loro ad occuparsene.
Il cacciatore e la custode del focolare
Nella mia esperienza riscontro che la donna è sempre più prudente nella gestione dei risparmi rispetto all’uomo, che a volte o in parte ha sempre bisogno del brivido dato da possibili forti guadagni.
Ma non solo. Sulla pianificazione finanziaria non c’è storia: una volta stabiliti gli obiettivi da raggiungere la donna rimane coerente alle scelte fatte e quasi sempre arriva fino in fondo.
I casi in cui il cliente ha disinvestito in maniera improvvisa abbandonando il progetto in corso hanno sempre visto protagonista l’uomo. Ti segue nella pianificazione ma poi per tanti motivi è portato a cambiare idea o a cambiare con facilità gli obiettivi stessi.
Mi viene da pensare a quanto sia ancora radicato nel nostro DNA il modello dell’uomo cacciatore e della donna custode del focolare domestico. Non me ne volere per questa visione primitiva dei comportamenti. So bene che il progresso e la parità di genere ci portano ben lontano da lì. Ma nella realtà dei fatti l’uomo spesso cerca il guadagno, il colpaccio, l’affare. La donna pensa alla casa, alla famiglia, al futuro.
Non è un concetto primitivo, ma è quindi un valore da custodire e da sfruttare nelle scelte economiche e di investimento della famiglia. Sono più brave, niente da dire.
Anche fra i consulenti finanziari le donne sono ancora una minoranza. Eppure nella maggior parte dei casi ne ho conosciute di davvero in gamba. Sono più brave nell’ascolto del cliente e sanno fare bene la pianificazione finanziaria. Insomma hanno una marcia in più, sia quando il loro cliente è donna sia quando è uomo.
Donna e finanza, il binomio funziona e in futuro penso che ci riserverà sorprese.
Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.