La promessa di far carriera

Mi ricordo ancora quando mi arrivò la lettera di promozione a vice-capo-ufficio. Un’emozione pazzesca, c’era anche un discreto aumento di stipendio, robe da anni ’90.

In 15 anni sono arrivato al quadro direttivo di terzo livello, penso che si chiami ancora così. E poi mi sono detto che sarebbe stato difficile andare avanti a far carriera.

Figurati oggi, con esuberi, chiusure di filiali e il si salvi chi può delle crisi bancarie.

Eppure parlo con bancari che mi dicono che a breve avranno uno scatto di stipendio che non si vogliono perdere o ai quali è stato promesso un avanzamento di grado e magari un ruolo più prestigioso.

Nel mondo investing la promessa è sempre il ruolo di Private Banker.

Ci sono 3 motivi per cui non è vero che potrai fare carriera:

1) Per segmentazione della clientela, c’è un posto da Private Banker ogni 10 gestori di clientela privata non Private. E quel posto viene promesso quasi a tutti, ma tu sei il primo della lista, lo so. Poi c’è da aspettare che si liberi, anche se le dimissioni dei ricercatissimi Private sono all’ordine del giorno.

2) Le aziende del credito lavorano solo sulla riduzione dei costi. Questo significa che tendono a ridurre o eliminare i salari più elevati e a ricoprire i ruoli con persone che costano meno, a parità di responsabilità ed impegno.

3) L’ultimo contratto nazionale ha ricevuto l’elemosina di 190 euro di aumento medio lordo mensile che arriverà in 3 tranches annuali. Stai pur certo che le risorse sono finite qui, non arriveranno promozioni. I tuoi capi, inoltre, sono nella stessa barca e cercano anche loro di spuntare qualcosa. I vertici invece incassano bonus importanti se rispettano il piano industriale di riduzione dei costi e, comunque, mirano a resistere ancora qualche anno fino alla pensione, che loro sì sono certi di prendere.

Lo scenario, insomma, è di un sistema bancario avvitato su se stesso in una spirale che tende solo a ridurre ed a contenere.

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