Perché dobbiamo guardare all’essenziale
Se comprendiamo l’essenza delle cose possiamo investire in modo migliore.
Uno spicchio di mare azzurro racchiuso da una striscia di sabbia. Gli alti pini marittimi alle spalle, non facili da trovare in Sardegna. Il vento fresco delle sette del mattino, dopo aver corso e prima che il sole accecante di agosto ti bruci la pelle. È il momento magico della mia vacanza, un attimo prima che si sveglino i miei due figli. Inizia la giornata con le faccende da sbrigare: poche, anzi meno, essenziali.
Lavoro 11 mesi per i clienti e per i colleghi consulenti. La vita familiare durante l’anno è fitta di impegni. Il denaro domina ogni cosa: soldi da gestire, soldi da farsi affidare, soldi da dover spendere, soldi per il futuro ma, purtroppo, spesso soldi solo per i soldi.
L’anno scorso, grazie ad un amico, ho trovato un posto dove riesco a tornare all’essenza delle cose. Dove tutto è semplice, a volte primitivo. È un posto dove con la mia famiglia dormo in una tenda, ho il mare a due passi, a nessuno interessa come sono vestito, il cibo si compra giorno per giorno, l’automobile non si usa. Qui tutti rispettano le regole del posto e si salutano incontrandosi.
Ho capito che ho bisogno di tornare in questo posto. Mi serve a liberare la mente da quelle cose che a volte la riempiono inutilmente. Sono cose che ci costruiamo nella fretta del vivere quotidiano e di cui forse si potrebbe fare a meno. Si tratta di oggetti fisici, ma anche e soprattutto di preoccupazioni, impegni, desideri e obblighi. Io chiamo queste cose le sovrastrutture del nulla.
Quando sono lì, ed ora purtroppo non vi sono, vedo molte cose con maggiore chiarezza. Un po’ come col carciofo: per gustare il suo cuore morbido devi superare la difficoltà di prenderlo in mano, trasportarlo, spinarlo, togliere le foglie dure, raschiare il gambo e levare la peluria.
Se sei arrivato a leggere fino a qui ti starai chiedendo certamente due cose. Partiamo dalla prima: cosa c’entra con la finanza tutto questo? La risposta è facile, o meglio è facile quando sono lì o torno ad essere lì con la testa. La finanza è materia complessa sulla quale si arrovellano in molti.
- È complessa per i clienti che cercano rendimenti tra proposte articolate e a volte poco comprensibili. La asimmetria informativa tra chi offre il prodotto finanziario e chi lo compra è elevata, nonostante la Mifid II.
- È complessa per chi come me deve proporre soluzioni ai clienti e supportare il lavoro dei colleghi. Le informazioni sono tante e vanno filtrate e gestite. Devi essere continuamente aggiornato e crearti un percorso di formazione in continuum.
- È complessa per chi cerca di analizzarla e di interpretarla, uomo o macchina che sia. Tanti dati, tante parole, tanti scenari, tanti attori sulla scena.
Nei momenti incerti dei mercati finanziari, inoltre, la componente emotiva amplifica il tutto e fa perdere di vista la rotta. Fa perdere di vista l’essenziale.
Cos’è alla fine la finanza se togliamo tutto al carciofo?
Per me l’essenza della finanza è comprare oggi a buon prezzo ciò che con buona probabilità avrà un maggiore valore domani.
E anch’io a volte me ne dimentico e per tornare a focalizzarmi su questo ho bisogno del mio rifugio marino.
Tutto qui. Penso che ognuno di noi ogni volta che si avvicina ad una scelta di investimento debba farsi queste due domande: è caro? È qualcosa che domani avrà un mercato e potrà avere maggior valore? Sono due domande essenziali che diventano fondamentali.
Se sei arrivato a leggere fino a qui in fondo avrai voglia di farmi l’altra domanda. Dov’è quel posto? Non te lo dico, è solo mio.
Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.