Quando è giusto indebitarsi
Ecco come usare il debito nel modo corretto.
Non hai i soldi? Non c’è problema, puoi pagare in comode rate mensili. E invece il problema c’è.
Il debito serve per finanziare la crescita, non i consumi.
Viviamo in una società incentrata sui consumi e sulla facilità di poter ottenere più o meno molte cose appena le desideriamo. Le lusinghe della pubblicità e le attività di marketing in generale dei produttori di beni e servizi ci creano sempre nuovi bisogni. Dal bisogno compulsivo di alcuni prodotti, ad esempio di avere sempre l’ultima versione dello smartphone, fino ad arrivare al macchinone che non possiamo permetterci quasi di mantenere.
Nel campo dei servizi mi viene subito in mente il pacchetto completo Sky, di cui molti non percepiscono il costo complessivo che può facilmente superare i 1.000 euro all’anno.
Spesso le aziende che producono questi beni e servizi forniscono anche la soluzione per ottenere subito l’oggetto o il servizio dei nostri sogni, o meglio dei nostri bisogni compulsivi indotti dal marketing.
La soluzione è il Credito al Consumo, ovvero il finanziamento legato al bene di consumo fornito o direttamente dal produttore o da società finanziarie specializzate.
È un fenomeno che inizia già alla fine degli anni ’50, quando la diffusione di massa dei primi elettrodomestici di casa passava attraverso pacchetti voluminosi di cambiali da firmare.
In realtà il termine credito al consumo è un’invenzione dell’era moderna, che porta con sé già nel nome una forte contraddizione. Il credito, che visto dalla parte dell’utilizzatore è il debito, serve per generare valore. Il bene di consumo è invece qualcosa che perde di valore nel tempo, si consuma appunto.
Mentre il bene vale sempre meno per effetto dell’uso o dell’invecchiamento tecnologico (vale anche per i servizi), il debito rimane tale fino a che non si è finito di pagare.
Abbiamo quindi coniato il termine credito al consumo per creare un nuovo bisogno che non c’era. Anche lui è un’invenzione del marketing.
Ma quando indebitarsi va bene?
L’indebitamento è da ritenersi giustificato quando serve per finanziare un investimento che potrà produrre in futuro maggiori entrate. È la logica che usano le imprese per avviare o aumentare la produzione. Ed è la stessa che dovrebbe usare anche il consumatore.
Facciamo l’esempio dell’acquisto a rate di un’automobile. Se la compro e mi indebito solo per il puro piacere di possederla, probabilmente non sto facendo un buon affare.
Se invece quell’automobile è funzionale alla mia attività e mi consente di svolgere meglio il mio lavoro, ecco che allora ha un senso. Se ogni giorno macino chilometri per andare dai clienti, se il viaggio risulta più confortevole, se l’auto nuova sta meno ferma dal meccanico non facendomi perdere giornate di lavoro, ecco che in questo modo sto finanziando la mia attività lavorativa per farla prosperare meglio.
Altro esempio. Se mi compro un nuovo computer super potente e costoso perché mi piace e decido di pagarlo a rate, non sto facendo un buon affare neanche in questo caso.
Diverso se il mio lavoro è realizzare videoclip ed ho effettivamente bisogno di questo strumento per velocizzare e migliorare la qualità del mio lavoro, cosa che si ripercuote positivamente nei guadagni della mia attività.
Insomma il debito è sano se serve come leva per finanziare un progetto che genera una crescita ed un valore, altrimenti è un inganno che impoverisce.
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Dario Coloru
Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.
Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.