Meno è meglio, anche quando investi

da | 19 Febbraio 2019 | finanza e investimenti

Perché diversificare non vuol dire avere di tutto un po’.

Di recente mi sono trovato con un gruppo di persone ad un pranzo di lavoro. Sai quando dici mangio un boccone al volo? Ecco, esattamente quella situazione lì. Il ristorante era ampio e ben strutturato per accogliere tanta gente. Il personale era numeroso e ben organizzato.

Ci sediamo e ci portano il menu. Immagina un libro in formato A4 composto di almeno 30 pagine fronte e retro con foto, molti colori, ed elenchi infiniti di piatti. Ho provato a districarmi tra gli argomenti di quelle pagine, lo giuro. Ma l’ansia di capire, cercare e scegliere ha prevalso sul mio desiderio di mangiare qualcosa di semplice.

Ho chiuso il pesante fardello e ho ordinato una pizza Margherita.

Troppa scelta, troppa diversificazione, troppe cose da selezionare e da analizzare.

Mi capita spesso di fare diagnosi di portafogli di investimenti pieni zeppi di strumenti finanziari di ogni genere.

Si perde il focus

In questi casi mi accorgo subito che si è perso il filo del discorso. Ovvero il cliente, ma immagino anche il consulente che ha contribuito a quelle scelte, non ricorda più il perché di alcune scelte. Si ritrova spesso ad avere dei doppioni, strumenti che fanno la stessa cosa e investono sullo stesso mercato e nello stesso modo.

Soprattutto la grande confusione generata dall’avere investito in 40/50 cose diverse li porta a perdere di vista l’obiettivo iniziale per cui hanno investito. Tutto il focus è assorbito dalla difficoltà di star dietro e di tenere insieme tutti i pezzi. Il cliente non si ricorda neanche più perché abbia investito. Ed è normale che sia così.

Quando trovo questa situazione mi rendo conto che la persona che ho davanti è stata portata a concentrarsi sul cosa. In cosa investo? Quali sono le cose che devo avere in portafoglio? E via dicendo.

Dopo più di 25 anni passati in 4 banche ho imparato che devo usare col cliente un approccio molto diverso. Si deve sempre partire dal perché. Caro cliente, perchè investi?

Qual è o quali sono i tuoi obiettivi personali, le cose che vuoi raggiungere o realizzare?

A questo punto ti domando quanto tempo abbiamo per realizzarli?

Una volta stabilito questo, passiamo al come. Come facciamo a raggiungere questi obiettivi nel tempo che abbiamo a disposizione? Qui decidiamo la strategia, che comprende la suddivisione iniziale delle varie risorse tra gli obiettivi, la pianificazione delle risorse future, la scelta del livello di rischio e la periodicità di monitoraggio e di modifica.

Solo a questo punto andremo a scegliere cosa utilizzare per applicare nel modo migliore la strategia condivisa che faccia centro con i tuoi obiettivi.

E la conseguenza naturale è che si faranno poche semplici scelte.

Ne ho parlato anche nell’articolo L’effetto menu. Avere un po’ di tutto non significa diversificare.

Pensiamo poi alla fase di verifica ed eventuale modifica della strategia. Dover rivedere tanti elementi non è pratico e potrebbe essere controproducente in termini di efficienza.

I 3 passaggi fondamentali:

Queste sono le cose che dobbiamo fare e dobbiamo farle rispettando l’ordine dei punti:

  1. Si parte innanzitutto dall’aver fatto chiarezza sui propri obiettivi. Quanti ne ho per il futuro che riguardano me o persone che voglio tutelare? Questo è il lavoro più importante.
  2. A questo punto sappiamo entrambi quando prevederai di aver bisogno di quei soldi e possiamo passare alla strategia. Quanto possiamo permetterci di rischiare per trasformare il capitale di oggi in quello che serve domani? Potremo aggiungere nuovi risparmi durante il percorso? Sul discorso del rischio voglio essere chiaro. Se pensiamo solo al rischio di perdere e non a quello di guadagnare non andiamo da nessuna parte. Non voglio rischiare nulla significa spesso che dopo 10 anni non avrai guadagnato granché. E non avrai probabilmente raggiunto il tuo obiettivo.
  3. In ultimo si scelgono gli ingredienti del menu, ovvero gli strumenti finanziari da utilizzare. Non devono essere pochi ma nemmeno troppi. Dobbiamo sempre sapere con immediatezza dove sono posizionati gli investimenti fatti e dobbiamo fare manutenzione nel tempo.

Non conta avere tanti strumenti finanziari, ma pochi e di qualità.

Controlla il tuo portafoglio di investimenti. Sai dove sono investiti i tuoi soldi, sai se esistono strumenti finanziari di maggiore qualità e che magari costano meno e hanno meno vincoli?

Se non trovi le risposte parliamone. La prima diagnosi la offro io.

Dario Coloru

Padre di Pietro e Carlo, appassionato di digital e tecnologia, sopportato dall’analogica Irene, sono Consulente Finanziario, seleziono e coordino Consulenti Finanziari.

Dopo aver postato 150 video su Facebook e YouTube ho deciso di avere un posto mio dove continuare a dire quel che penso su economia, finanza, lavoro e futuro.